http://it.ibtimes.com/articles/45819/20130401/tumore-cancro-mirco-fanelli-vieri-fusi-cura-contro-il-cancro-dal-caffe-universita-di-urbino.htm

Due studiosi dell'Università di Urbino hanno individuato nel maltolo, una sostanza naturale contenuta nel malto, nella cicoria, nel cocco, nel caffè e in moltissimi altri prodotti naturali, la possibilità di utilizzarlo per lo sviluppo di una nuova classe di molecole con spiccata attività antineoplastica. La scoperta rappresenta un notevole avanzamento nella ricerca di nuove strategie terapeutiche contro il cancro tanto da avere ottenuto il brevetto nazionale, nell'attesa di quello internazionale. Questo lavoro è il frutto di una sinergia multidisciplinare tra due gruppi di ricerca: uno con sede a Fano, guidato dal dottor Mirco Fanelli, di estrazione prettamente biomedica; l'altro, del professor Vieri Fusi, prettamente chimico. "Il maltolo, per sé, è una molecola innocua - spiega Vieri Fusi -utilizzata talvolta come additivo alimentare per il suo aroma e le sue proprieta' antiossidanti, ma - se opportunamente modificata - può dare origine a nuove molecole con interessanti proprietà biologiche".

Maltolo può spingere al suicidio le cellule tumorali - Due molecole rappresentative di questa classe di composti sono state al momento sintetizzate e caratterizzate nella loro capacità d'indurre alterazioni della cromatina e, quindi, di condurre le cellule a rispondere in termini biologici. "Da subito abbiamo monitorato come alcuni modelli neoplastici - dice Mirco Fanelli - fossero sensibili ai trattamenti con le due molecole, denominate malten e maltonis: le cellule, in risposta ai trattamenti, alterano dapprima la loro capacità di replicare e, successivamente, inducono un importante processo biologico che le conduce ad un vero e proprio suicidio".

Composti sono in grado di ridurre sensibilmente le masse tumorali - Per Fanelli, inoltre, "la cosa ancora più interessante è che la somministrazione delle due nuove molecole altera enormemente l'espressione genica in funzione di una risposta atta a eliminare quelle micro modificazioni che sia malten che maltonis sono capaci d'indurre all'interno della cellula". Oltre che sul piano brevettuale, gli studi condotti sinora hanno avuto un buon successo scientifico e sono stati pubblicati su diverse riviste internazionali, fornendo il presupposto per proseguire gli studi su modelli tumorali in vivo. I dettagli di quest'ultimi non possono essere divulgati, visto che sono ancora nella fase di sottomissione per la loro pubblicazione e coinvolgono anche altre strutture scientifiche. "Possiamo però anticipare - conclude Vieri Fusi - che questi composti sembrano essere tollerati in vivo, cosa non scontata, e hanno dimostrato interessanti proprieta' biologiche inducendo una sensibile riduzione della massa tumorale".

26 marzo 2013

Redazione Tiscali

 

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