il soldino nel calzino

Tipico segnale di depressione è fare pochi sogni o sogni spiacevoli, messaggeri di sensazioni deprimenti o sfortunate, realisticamente connotate e poi svegliarsi presto, oppressi, lucidi nell' immaginare scenari obbligati e senza speranza, con la nitida consapevolezza del fallimento e dell' abbandono, della inutilità e della sottovalutazione, insomma in una parola della insopportabilità della vita quotidiana...Quanti di noi si trovano in questo stato! Quanti attaccano al chiodo il proprio bagaglio culturale, economico, morale e di aspettative! Anch' io oggi sono così e ben poco mi compensa questa sensibilità intima. Poi accadono piccoli fatti, forse mandati dal mondo delle anime, per esempio da mio padre o mia madre che non ci sono più o da qualche custode benigno della mia esistenza che, se mi rendo disponibile, possono parlare al contenitore delle gioie perse e delle volontà tenaci dentro me e che suggeriscono di giocarsi comunque la partita fino in fondo e nonostante tutto... Il fatto in questione, questa mattina è il seguente. Mi sposto per la sala mezzo vestito, prendo i pantaloni e un rumore metallico mi dice che un soldino è caduto per terra è si è infilato chissà dove. Il mio spirito di risparmiatore me lo fa cercare per un po', ma non lo trovo: chissà dov' è e poi che lo trovo a fare, ho altro di più urgente da portare avanti. Mi infilo calzini e scarpe e lì mi accorgo di qualcosa che da' fastidio al piede. Non ho voglia di risfilarmi scarpe e calzini per controllare, ma poi il disagio di questo corpo estraneo nella scarpa prevale e controllo: il soldino è la dentro il calzino e mi da' fastidio. Lo estraggo, lo guardo, lo recupero e subito penso che quella moneta non è finita lì per caso, ma per parlare alla mia tristezza: " hai visto, quando non volevi più cercare il soldo, il soldo si fa trovare facilmente attraverso un fastidio!" Ora, ringraziando che ragiono, cammino, respiro correttamente, lavoro, aiuto, mi faccio aiutare, saluto la mia compagna, accetto i miei figli, mangio un dolcetto buono, penso che i miei acciacchi sono sopportabili e così via, finisco di vestirmi e vado dove mi aspettano e poi ritornerò nella mia casa, dove si svolge la solita vita o forse dove può accadere qualcosa di inaspettato. Domani sicuramente ci saranno le stesse problematiche, le stesse percezioni e le stesse difficoltà, ma forse anche sorprese e novità non necessariamente spiacevoli...Bene! Ah dimenticavo, ringrazio anche per il dono di saper scrivere, leggere, ideare, fare piccole cose artistiche, scherzare, ascoltare, partecipare e fare paragoni fra me e chi mi vive accanto o intorno o anche lontano su questa grande ma coerente terra. Saluti a tutti i delusi e a tutti gli ottimisti depressi e no. VIVA LA VIDA!