Questa mattina mi sono alzato presto dopo aver dormito e
sognato. Sono andato al bar per una colazione usuale
senza infamia e senza lode.
Mi
sono poi diretto dove la mia auto si era spenta il
giorno prima e lì posteggiata col triangolo dietro.
Mentre avanzavo fra le poche persone imbacuccate e
incerte sulla recente neve mi si para davanti S. Maria
delle Grazie e un sole pallido ma ben definito e lì in
quel preciso momento, mi son sentito quasi contento di
quello che mi stava succedendo e ho provato il desiderio
di iniziare a scrivere con calma i pensieri nuovi e
recuperare i pensieri già fatti in passato, per
assemblarli, reinterpretarli, stravolgerli e comporli,
fino ad una stesura progressiva nelle pagine del mio
sito e fino a che ne avessi avuto voglia e possibilità.
Guardavo i volti di chi mi passava vicino e intanto li
confrontavo a quello che pensavo di me, della mia vita,
della mia età, delle persone che ho vicino a me a casa e
che frequento nel lavoro e nelle disparate occasioni
della giornata. Pensavo, pensavo e camminavo, guardavo,
guardavo e riflettevo, combinavo, modificavo, smontavo e
rimontavo, in poche parole definivo la mia più recente
coscienza e poi valutavo.
Ritenendo di aver usato la mente,
l' esperienza, la intuizione e lo studio come attività
consuete della mia esistenza, il fatto che ora mi senta
stanco, confuso, spesso demotivato e raramente convinto
e soddisfatto, io l' attribuisco più al mondo esterno
che a me stesso, ma forse sbaglio, forse è meglio che
non giudichi, ma rifletta e basta e mi formuli delle
risposte, incomplete, ma altrettanto convincenti per
poter sentirmi meglio.
Stop! Incomincio come al solito ad
incartarmi per difficoltà a gestire e organizzare la
massa di sensazioni e pensate contemporanee e
dissonanti....
A questo punto, metto una
descrizione di me uscita dalla felice penna di Vittorio,
un amico, che sa scrutarmi anche con più precisione di
quanto faccia io stesso:
Semplicemente... Mario
una cara persona,
sole ridente dietro le nuvole
si puo' solo amare
un gattone che ama le coccole
una monade chiusa
scorza invalicabile di un mondo inesplorato...
inesplorabile...
ogni tanto lascia aperta una finestra
ed allora....
allora ascolti e vedi la parte piu' bella di lui...
il suo cuore pentagrammato
luci sfavillanti che accarezzano
fluidi arpeggi ricchi di note ordinate
qualche volta capricciose...
un collega, un amico, un fanciullo
una bella persona
Semplicemente...Mario
pag.3
Nella scelta di cosa parlare, chissà com' è, mi viene in
mente di parlare della morte...che bell' argomento! Se
riesco a dire cose intelligenti sulla morte, cavolo che
prova di efficacia e serietà potrei mostrare, ma lo so
già che quello che mi viene da dire oscilla tra il
risaputo, il banale, lo stralunato e magari l' errato,
ma penso ancora che ciò che partorisce la testa di una
persona, se è sincero e ben armonizzato, può avere un
suo valore intrinseco. Ricordo a tal proposito le
canzoni di Fabrizio de Andrè, che ho quasi tutte seguite
quando le ha create e cantate e ora risentendole, sento
che non sono invecchiate per niente anzi sono usabili
per nuove situazioni e descrivono ancora bene, così
bene, i sentimenti d' oggi: da cui il valore poetico
dell' uomo Fabrizio e delle sue creature letterarie e
musicali!
Oggi i giovani hanno nei modelli
televisivi, il paradigma di cosa essere, come vestire,
come comportarsi, un po' come il matto della canzone che
sognava i normali e li riteneva suo modello. Oggi a
molti giovani confusi e demotivati, ebbri solo di
modelli di momentaneo e superficiale piacere, vorrei
dire di cercare più in basso, più dentro, più intorno e
meno fuori, meno lontano e meno subito, ma come faccio
ad essere credibile se pure io sono agitato dalla
curiosità per i modelli e le proposte intorno a me, per
le riuscite altrui, per gli sfarzi e i consumi più o
meno tecnologici e edonistici e ammosciato dai miei
frequenti e inevitabili insuccessi, smarrimenti,
delusioni, insoddisfazi0ni ed errori di pensiero e d'
azione all' alba dei 58 anni! Proprio non riesco a
essere credibile e seguibile!
Allora, riprendiamo il tema morte,
in fondo scrivere qui mi motiva, mi fa bene e mi fa
rimandare quel continuo stato di sottile depressione per
l' incompiutezza che mi porto dentro e che troppo spesso
scopro e constato vicino a me o dietro l' angolo di un
vicolo carino ma trascurato...
M o r t e ? Se si escludessero gli
incidenti, le malattie da abuso e le violenze, il 40%
delle dipartite dal corpo, sarebbe scongiurato. Se si
potessero curare efficacemente i disturbi cronici, i
danni di cattivi interventi sanitari, gli insulti dell'
inquinamento dell' aria, degli alimenti, un altro 30% si
salverebbe e invecchierebbe bene, se poi si potesse
arrestare o attenuare il processo di senilizzazione del
corpo e della mente e il potenziamento di sensibilità e
cultura dell' anima sentimentale e spirituale, allora il
residuo di morte sarebbe debellato per una stabile
permanenza sulla terra che a questo punto apparirebbe un
pianeta paradisiaco e affascinante, ma tutto ciò confina
con la più ingenua e evidente UTOPIA, con buona pace di
Testimoni di Geova e quant' altra aggregazione di umani
sinceri e convinti, ma ahimè illusi e frustrati
dalla crudele evidenza dei fatti quotidiani.
Insomma io che ne penso della morte?
La morte è quella condizione che si
manifesta quando la coscienza e la ripetitività dei
fenomeni vitali scompare per un blocco di manifestazioni
e un partire di dissoluzioni chimiche progressive, fino
al residuato di cenere e sali minerali, gas e liquidi
che si sparpagliano per l' universo conosciuto e
non...aggregandosi ad altre sostanze per leggi chimiche
date e ripetitivamente attivate...Sto quasi temendo un'
insanità di pensiero che mi spaventa e mi fa provare la
vacuità dello scritto qui sotto. N O, no, no...invece ho
imboccato la pista per rafforzare la mia azione
quotidiana, sapendo bene che può cessare all' improvviso
o lentamente come capita a tutti gli altri in modi
variabilissimi e sorprendenti, ma certo inevitabili.
Sì! L' azione, il lavoro, il
produrre o creare è il solo vero antidoto all'
oppressione della coscienza di morte e di inutilità che
la morte porta con sè.
L' azione, lo studio, l' incontro,
la fiducia, la condivisione convinta, l' amore per cose
e persone, per processi mentali e meccanici o creazioni
di creature e realizzazione di sogni e marchingegni,
questo combatte efficacemente la dissoluzione e lo
sparpagliamento disgregativo della morte.
Ritorniamo alla mia passeggiata a
piedi fino dal meccanico per il problema della mia auto
bloccata e inutilizzabile.
Che bello camminare sentendosi bene
e scambiando sorrisi e cortesie con gli occasionali
incontri per strada!
Che soddisfacente il rumore della
mente che pensa e del ricordo che guida, del senso che
osserva e del sentimento che esalta e riempie quella
cosa chiamata anima senziente!
Che brutto invece pensare che tutto
potrebbe là per là finire e essere lasciato a chi resta!
Evitare la morte, questo proposito
è legato alla gioventù entusiasta ed ebbra d' esperienze
esaltanti e meravigliose, alla età matura di una persona
in carriera o con progetti da realizzare e affetti da
curare in esclusiva, alla tarda età paga e partecipe, ad
ogni età dell' uomo, ma non prescindendo dalla buona
salute, dal senso sveglio e dalla ragionevolezza
praticata senza sforzi e approvata dal consenso dei
propri cari e degli altri, ammirati di quella bella
personalità sia ella giovane, adulta, anziana o
vecchia...
Se fosse davvero possibile
scegliere ogni cosa della vita bella o spiacevole, ma
con la certezza che tutti intorno rispettano un codice
di compartecipazione sincera e continua, sicuramente il
fenomeno morte diventerebbe solo il fenomeno
trasformazione e evoluzione verso una sensibilità anche
non corporea ma tangibilmente spirituale nello stesso
nostro pianeta o in altro posto acconcio, ma collegato a
chi è rimasto in vita materialmente e necessita di
evolversi o ne sente il desiderio e la possibilità...
Tento, camminando e pensando, di
disegnare mentalmente con coerenza un possibile scenario
terreno, fatto di uomini e donne con i loro pregi e
difetti, con le loro vittorie e le loro sconfitte, con
il dolore e il piacere gustati per quello che sono e
misurati per come li si sceglie e li si sopporta, tento,
dicevo, di figurarmi il mondo terreno sincero,
operativo, inventivo, tenace, progredito con la morte
ridotta a fenomeno di trasformazione a volte addirittura
voluta per coscienza di necessità e dolcemente
sperimentata in strutture d' accoglienza solerti e quasi
festose, mentre tutto d' intorno pullula e vibra una
vitalità ammirata e ammirevole di persone senza
frustrazioni e invidie, senza grigiori e rabbie...
Ma che sto sognando? Sto affogando
in uno stagno di zucchero sciolto e appiccicoso, lontano
mille miglia dalla terribile tangibilità di una
esistenza lacerata, scontenta e litigiosa, dove alcuni
se la godono e se la raccontano, osservati e spiati da
masse di gente inutilizzata e inutile, gonfia di affanni
e percezioni negative sul perchè si stia al mondo, una
schiera di Fantozzi, Cyrano, pagliacci,
ammalati strani, abbandonati, poveri, barboni,Cristi
crocifissi e sputazzati con poca inclinazione
alla speranza e alla ricchezza! Bene! Dopo questo
sogno-incubo della morte debellata o meglio integrata,
mi sento
meglio, quindi è vero che scrivere
o digitalizzare il pensiero, fa bene in qualche modo a
sistemare le ansie, le angosce, le insoddisfazioni, le
domande, le solitudini...continuerò a parlare via
computer se non altro solo per questo!
pag.4
Dopo le contorte affermazioni della pagina precedente
direi che è bene semplificare la scrittura e parlare di
un tema più naturalistico e ecologico, per cui parlerò
di:
N I N F A o meglio di quello che penso possa essere
Ninfa.
Dunque, per quel che ne so, Ninfa è
una piccola città medievale, rovinata dalle discordie
dei Guelfi e dei Ghibellini e quindi semidistrutta così
tanto da non poter risorgere più e abbandonata all'
albero, alle erbe infestanti e al logorio del tempo
naturale e delle intemperie...finchè, finchè qualcuno
non ne ha intuito le potenzialità vitali e il tenue
richiamo o lamento di sopravvivenza precomatosa e l' ha
iniziata a recuperare, non ricostruendola, ma
accarezzandone la peculiarità di moribondo
affastellamento di archi, stradine, muri casalinghi e
finestre fatiscenti, fino a integrarla i n un parco
verde, esteso e armonioso di riflessi liquidi, rumori
tenui e carezzevoli, ritmi stagionali rispettosi e
consueti, lontano dal palpitante tran-tran antropico
industrial-social-commerciale ma vicina ai bisogni dell'
uomo stanco e imprigionato, tanto che è relativamente
facile raggiungerla e chiedere di visitarla e di
permanerci qualche ora se non qualche giorno, per
ossigenare i polmoni, lucidare gli occhi, allargare agli
odori le narici, rabbrividire di acqua fresca, tremare
nei timpani alla sollecitazione del rumore trasmutato in
suono-musica-armonia e melodia...
Io ho bisogno di arrivare là e
certo ci andrò, per ora come desiderio, ma come si sa,
poi come esperienza nel reale, perchè ciò che ci
occorre, prima o poi lo si ottiene, a convalidare la
convinzione che, quello che fa per noi, qualcuno più
grande di noi ce lo concede!
Mi immagino già camminatore per i
viottoli costeggianti un vibrante ruscelletto, mentre
una casa incompleta, avvolta da rovi e parietarie, ma
anche da sbocciature recenti rosacee e violette, mi
parla di accoglienza e accettazione, di canto all'
incontro tra il bisogno di protezione e l' abbraccio del
ruvido e impellente vigore selvatico della foresta
libera dalle leggi dell' uomo e obbediente alle leggi
della natura silvana. Forse Ninfa non è poi così, chi l'
ha vista mai ,se non in immagini scovate in internet o
alla televisione, ma niente mi può impedire di darle il
significato che voglio, un po' come, ma guarda, nel caso
di scelta della compagna di vita, che non conosci e
forse conoscerai veramente mai, perchè la ridisegni e la
rimodelli sulle tue esigenze ( cosa che forse è male) ma
che succede mi sa a un sacco di persone... Ninfa è il
mio luogo, o meglio, voglio che lo sia almeno per un po'
a descrizione del mio odierno stato mentale e
sentimentale, sul modo di sognare una vita aderente alla
natura.
Arrivederci a N I N F A.
pag.5
Dopo Natale sono andato a trovare
le mie due sorelle e mi sono intrattenuto spesso a
pranzo e a cena. Abbiamo parlato di tante cose, ma in
particolare di mostre e iniziative nel paese dove
sono nato e dal quale manco ormai da trenta anni e più.
Un argomento ripreso spesso è stato quello relativo all'
opera e alla vita di Alice Franchetti, una vera
filantropa e una fervente cristiana, la quale cinque
giorni prima di morire giovanissima, consunta da una
grave forma di tubercolosi, manda una lettera alla
direttrice della scuola da lei voluta per i contadini
della tenuta di suo marito e sua, che mi conferma
inaspettatamente cosa si può pensare della morte, dando
così una risposta a quello che pensavo pochi giorni
prima. Certo non si parla di risposta definitiva,
ma di visione pacata e consapevole del fenomeno della
dipartita dalla terra. Porto qui le parole lette e le
considero esauriente sunto degli interrogativi che mi
ponevo solo due pagine fa.
Queste parole scritte e conservate,
queste frasi messe nero su bianco da una persona che
sente quanto poco le resta da vivere, sono di monito e
di incoraggiamento a chi si dibatte tra carnalità e
spiritualità, tra spinte di immersione nel mondo dei
piaceri terreni e l' esigenza di controllo con la mente
del corpo e di rafforzamento della fede, col predominio
del pensiero sull' azione, del sentimento sulla
brutalità, della cura sul disprezzo...Io, in questa fase
della mia vita sento assillante l' esigenza di comporre
naturalmente il pensare e il sentire con il fare e il
progettare, di agire per migliorare, ma di astenermi
senza rimpiangere e in summa di valorizzare invece che
denigrare...qui dovrei fare esempi pratici, ma è meglio
rimanere nel vago, sperando che comunque trapeli chiaro
e forte cosa intendo e cosa scelgo. Sintetizzando: se
viaggio sul mio binario, viaggio; se mi fermo
indefinitamente alla stazione, resto alla stazione; se
cambio binario, cambio destinazione; se mi fermo sui
binari, attendo l' arrivo del treno che mi distrugge
oppure rischio il fallimento del mio viaggio; se infine
faccio del mio binario un disegno integrato con gli
altri binari, di cui ammetto l' esistenza e la
normalità, ho la visione del piano dell' insieme delle
ferrovie e concepisco anche la possibilità di modificare
coerentemente la mia direzione e magari la
velocizzazione del cammino ferrato, ma in conclusione,
finchè c' è ferrovia, bisogna stare sui binari giusti...
E adesso, dopo queste note sulla
mia vita d' oggi, sento che è opportuno raccontare
qualcosa del passato che possa spiegare qualcosa del
presente, per impostare qualcosa del futuro, sulla base
degli accadimenti non aspettati e non previsti che sono
comunque possibili di qui agli anni che verranno, metti
fino al famoso e fatidico 2012 prossimo venturo.
Nel
viaggio che mi accingo a compiere qui di seguito, porto
una valigetta con me con dentro desideri, speranze,
disillusioni, rispettabilità, amorevolezza, voglie,
difficoltà e sorprese, però tutte in piccola quantità.
Parto, dopo aver salutato chi mi ha
generato e spera in me. Vado a provare a fare il
militare, senza aver voglia di vita marziale, ma molta
voglia di dimostrare che ce la posso fare, che sono
credibile nell' apprendere e praticare le proposte di
quell' ambiente. Così studio, conosco, sbaglio,
condivido, sperimento e "giuro di essere fedele alla
Repubblica italiana...ecc...". Faccio guardie,
imparo a smontare e rimontare il mio fucile, mi
confronto con nuove conoscenze da tutt' Italia, mi
arrangio col cibo e con gli studi, ritrovo nelle licenze
le persone che ho momentaneamente lasciato e allaccio
rapporti con nuove persone, ma in tutto questo come
caratteristica sempre presente, non mi faccio
coinvolgere fino in fondo, nè propongo io le cose, ma le
subisco o meglio le vivo senza tentare di modificarle,
questa è sempre stata la mia maniera, my way, quindi il
mio particolare binario e qui penso che è anche
importante il treno su cui viaggio e non solo la strada
che faccio: ecco il treno sono io. Sono un convoglio
leggero e ben tenuto, con i gabinetti puliti, efficienti
e profumati, un chiacchiericcio continuo ma discreto
negli scompartimenti e persone in piedi che guardano il
paesaggio scorrente, senza fumare, con pensieri di sogni
fatti e da fare in testa e nel cuore e un controllore
che passa, buca biglietti e non deve fare multe, neanche
agli stranieri, non ben vestiti e assonnati, perchè
hanno il biglietto e una luce di speranza nello sguardo.
Un treno non velocissimo, ma puntuale, non di lusso, ma
funzionale e ben tenuto, non sofisticato, ma
manutenzionato a dovere, un treno che sono io nel
lontano periodo 76-77, fresco di laurea in Biologia,
pago di piccoli e locali successi musicali, amato e
incoraggiato dalla famiglia d' appartenenza e pure
invischiato, come a me piace, un po' masochisticamente,
con una ragazza "croce e delizia" che non mi molla ma mi
vuol cambiare, perchè ha una volontà più forte e
determinata oltre che un' età più acerba della mia,
anche se la mia è a volte più immatura della sua ( la
solita distanza uomo-donna!). Questo treno va e sa dove
va, questo treno non dubita del suo esistere e della sua
importanza per i trasportati temporanei, questo trenino
e ben integrato con i vicini Rapidi, EuroTreni,
Accelerati ammaccati, Littorine marroncine, persino
Treni a Vapore, gli ultimi, così belli nella loro nobile
inadeguatezza , che sfrecciano o arrancano, ma comunque
vanno, nei pressi del binario a cui appartiene il mio
treno. Giungo e rimango a Cremona, per nove mesi e lì, a
contatto con l' impiego stipendiato, imparo a
confrontarmi con le pretese, le richieste d' efficienza,
le prime responsabilità di comando, le difficoltà dell'
apparire e del meritare, gli sbagli e le solitudini di
chi non è ben capito o accettato o semplicemente
utilizzato. Lì imparo le mie personali inadeguatezze, l'
abbandono e la sopportazione, la presa in giro e la
disobbedienza, la difficoltà del fare e del progettare,
il confronto perdente con chi meglio fa, progetta,
pretende e realizza, proprio lì il mio treno si deve
fermare per un qualche tipo di guasto, in aperta
campagna e deve poter ripartire solo dopo essere stato
accomodato, ma deve anche attendere il suo turno per
riprendere a viaggiare. Salgono dalle cabine i malumori
dei trasportati, si accendono le prime sigarette,
qualcuno preferisce scendere al più presto alla prossima
stazione raggiunta e qualcun' altro danneggia per rabbia
e impazienza finestrini o supellettili, sedili o
brontola con i controllori e magari anche con qualche
trasportato più paziente...insomma il giocattolo si
incrina e rischia di rompersi. Ecco, dopo Cremona, il
treno dalla stazione passa in officina per le
riparazioni: inizia il periodo lungo, incerto,
tormentato e scuro del dopo officina, in tratte di linea
diversa dalla precedente, ma comunque percorribile per
chissà quante altre volte, prima della dismissione dell'
agile treno della mia gioventù...Qui mi fermo, quello
che viene dopo è il racconto della maturazione e della
maturità, che arriva fino a oggi, ora è giunto il
momento di cambiare treno, la tecnologia, le esigenze,
le proposte organizzative e il risparmio d' energia e di
investimenti, lo impone! Va detto però ad onor del vero
che aggettivi come " incerto", " tormentato", "scuro",
riferiti al dopo Cremona sono usati come prevalenti, ma
non come unici, perchè inframezzati ad aggettivi molto
più consolanti quali " felice", "luminoso",
"soddisfacente", "stupito", "esaltante", "amorevole",
"efficace", "gratificante" e quant' altro che pur hanno
condito spesso e volentieri, la mia esperienza di adulto
in maturazione e in carriera.
pag.6
"GIOIA , SALUTE ,
SODDISFAZIONI ENTUSIASMO E PAZIENZA"
Queste sono parole d' augurio,
parole che si fanno ad inizio d' anno e che fanno
sicuramente piacere. Chi non vorrebbe per sè e per chi
ama o rispetta: GIOIA, sentimento di allegria per ogni
evento o attività quotidiana, SALUTE, percezione di buon
funzionamento di corpo e mente, SODDISFAZIONI, cioè
applausi, approvazioni, ricerca della tua presenza e
della tua opera, premi, sorrisi, ENTUSIASMO, calarsi in
imprese facili o difficili senza remore o tentennamenti,
ma con la convinzione che ne valga la pena, PAZIENZA,
esercitando memoria, amorevolezza, partecipazione e
ascolto continui e prolungati, ma l' augurio spesso cade
durante una situazione personale tutt' altro che
gioiosa, salutare, soddisfatta, entusiasta,
sopportabile: come mai?
Contando sul funzionamento corretto
e cosciente del cervello, la disamina della propria vita
non manda percezioni piacevoli, tutt' altro! E sì che io
rido o sorrido quasi sempre in pubblico, che mi piace la
vis comica, che tendo a vedere l' ingenuo e il
divertente anche nelle cose tragiche, così che diventano
tragicomiche e che per questa attitudine, non per l'
aspetto fisico, mi levano almeno sette anni dall' età
anagrafica! La mia vita di oggi tende al brutto, nel
barometro l' ago segna depressione da maltempo o tutt'
al più tempo incerto, poco vento o troppo vento,
caligine, umido da intirizzimento o afa, nella bella
stagione e staticità d' elementi e perchè tutto ciò?
Andiamo con ordine.
Come si distingue una
reazione normale da una reazione anomala o addirittura
patologica? Come si fa a capire che un soggetto è
affetto da irregolarità di pensiero e d' azione,
discontinuità d' emozioni e di voleri, apatie immotivate
e improvvise, rabbie per futili motivi, scoraggiamenti
all' esordio e quindi affetto da patologia mentale
temporanea o definitiva, acuta e degenerativa rispetto a
stati transitori poi compensati ... Come si tratta con
un soggetto del genere? Come si può determinare che è l'
ambiente ostile che provoca nel soggetto instabilità e
reattività disomogenea e giustificata piuttosto che
accorgersi che è dal di dentro che vengono le su citate
emozioni e pulsioni comportamentali, che affiorano da
contorte e distoniche vibrazioni di pensiero
disorganizzato e affastellato, un misto di sogno, incubo
e sprazzi di ricordi di cose reali...Ragazzi! O è troppo
facile o è troppo difficile e poi ancor di più lo è un
ipotetico rimedio! Sto parlando in generale, ma temo
anche di me stesso, quando come, credo, tutti proviamo
questi momenti o periodi di turbe mentali o come le
chiamano alcuni, più scherzosamente " seghe mentali".
E ora cerchiamo di trasformare
questa pagina in una rosa che si apre e scopre pistillo,
stami, petali colorati e profumo intenso, vale a dire
cerchiamo di prospettare una terapia contro la
disillusione e il dolore sordo, in nome del ritorno alla
"PIENEZZA" come la chiama il mio amico prete Don T.
Innanzi tutto pienezza vuol dire
voglia di fare, di amare, di partecipare, di dar fondo a
tutte le proprie energie, conservandone parte per gli
altri a te cari e se possibile per chi non riesce a star
bene. Pienezza vuol dire rendersi conto di non essere
sempre al Top e di dover essere pronto a sperimentare il
dolore lacerante e senza sbocco oppure la stringente
paura di non farcela più o di aver già dato tutto il
possibile, ma con la certezza di non aver perso il senso
di niente e guadagnato una luce di soluzione comunque...
Parlo così perchè ho ascoltato in televisione e visto
Paolo Brosio, Don Antonio Mazzi, vicini a "star" dello
spettacolo, soddisfatte e sorridenti e devo dire,
attente e ben disposte nei confronti di quell' uomo, il
Paolo, tornato dall' imbuto del vizio e dello
smarrimento edonistico e sconclusionato, rigenerato dal
recupero di una fede e una carità a me sembrata convinta
e umile, sincera e semplice, espressa con parole,
sguardi, interrelazioni appropriate e pacate...e di
quell' altro che a 84 anni si muove, guarda, interviene
e parla come un ragazzo e crede come un vecchio saggio
tonico e amorevole, ma anche netto e deciso, Don
Antonio, più Antonio che Don! Questi due e quelle
"star", mi coinvolgono, spettatore attento e
sintonizzato, nel riconsiderare i perchè della vita:
ecco alcune deduzioni affioratemi dal profondo: 1)
tutti, soprattutto le persone pubbliche e di successo,
passano per momenti, storie, accadimenti che le
scagliano in un buio tremendo e asfissiante e poi di
nuovo per momenti esaltanti, gratificanti e
tumultuosamente coinvolgenti, che assomigliano a
felicità e appagamento, ma non è detto che lo siano del
tutto... 2) chi sperimenta la conversione, si libera da
tutte le forme di distruzione psichica, fisica e
spirituale, perchè ha l' esperienza dell' accoglienza
divina, ma deve aver provato quei falsi appagamenti per
apprezzare i consolanti appagamenti del Dio che ci ama e
non ci vuol abbandonare se non per nostra tigna e
insistenza... 3) che l' amore non può essere scambiato
col successo, la festa dei sensi, la possibilità dell'
avere tutto o quasi tutto, con la ebbrezza del
complimento e della dedizione altrui, ma con la
sperimentazione nel profondo di sè della compassione,
della condivisione, della donazione, della verità
rispetto al raccontarsi con autoassolvimenti parziali
verità... 4) che il sacrificio insegnatoci un dì da
persone speciali e uniche, forse generate direttamente
dal divino, salva più delle belle proposte dichiarate e
poi commutate in cieca obbedienza... 5) che se si
sgombrano i pensieri strategici e bugiardi dalla mente e
dal cuore, si ottiene dentro un vuoto momentaneamente vertigginoso, ma poi successivamente capiente e
prolifico, come la nascita di un universo dal NULLA in
tensione potenziale, in attesa volonterosa, in desiderio
di creazione...
Terapia senza pillole, finchè si
può, è fare cose che ci spetta di fare, senza aspettare
prebende, ricadute piacevoli solo per sè, trionfi che
mettano in ombra l' altro o gli altri e poi essere
leggibili e capaci, coerenti e amorevoli, dicendo se
necessario la vera verità che consiste nell' affermare e
definire ciò che ci fa piacere e ci aspettiamo, ma
evitando astio e ritorsioni se l' altro o gli altri non
ci vogliono approvare e affiancare...con unico fine di
affinare per fede e amore le linee di un destino
modificabile e realizzabile col contributo
indispensabile di chi fa con te la stessa strada,
prendendo qua e là gli esempi migliori, cioè quelli
adatti alla tua richiesta di chiarimento e spiegazione,
anche se appartengono a chi ha destini diversi. Desidero
insomma, alla fine di questa sofferta pag. 6, di essere
significativo per chi mi avesse letto, in modo che possa
provare un non so che di alleviamento delle proprie cure
e affanni e possa desiderare di provare a modificare
parti del proprio agire e pensare, in nome del
ricostruire una realtà interna più in sintonia con le
proprie aspettative di sopravvivenza e rilancio d'
entusiasmo e voglia di stabilizzazione e di
compensazione del dolore senza risposta. Procediamo
quindi oltre questa pagina, solo se mi verranno spunti,
pensieri, racconti, intuizioni, curiosità, degne d'
essere scritte e utili per me, come tecnica di deposito
fissato, rispetto al solo detto, pensato e provato,
anche questa per me è una terapia: scrivi per non
lasciare scappare quello che hai per un attimo fissato
nella coscienza che chiede di essere ridisegnata.
pag.7
Le conoscete le frasi dentro i baci
Perugina? Eccone una: la mia: "cerco una terza via per
amare pienamente: forse è ammirare e rispettare la
BELLEZZA totalmente, anche in un piccolo particolare.".
Vorrei parlare d' amore degli altri per me e soprattutto
di me per gli altri. Come non innamorarsi degli occhi di
Laura Chiatti? Come non stravedere per la diabolica
velocità di pensiero di un politico di successo? Come
non invidiare e rendersi succubi di un atleta magnifico,
di un attore bellissimo, di uno scalatore indomito o di
un guerriero eroico? Potrei continuare per ore! La
realtà dunque è mitizzabile nelle specie di uomini e
donne riusciti per così dire in qualche campo, rispetto
a me, sempre più accostabile alla pietà incompiuta dell'
ultimo Michelangelo.
Pietà incompiuta, tormentata,
stanca, pietà di un vecchio che si sente vicino a morire, pietà di un
gigante della scultura e della volontà di creare che non intende
rinunciare alla sfida di reinterpretare il dramma del Cristo e della
madre. Questa pietà è brutta o bella. Certo se la confronti con quella
nota in tutto il mondo per la forza espressiva, la estrema preziosità
dei drappeggi e delle fisionomie, la credibilissima rappresentazione
fisica e realistica aderenza alle leggi della gravità, quest' altra
pietà sembra poca cosa...eppure...eppure da essa trapela molto, tanto
dolore, abbandono, ma anche tantissima speranza nella potenza del
ricreare, dell' elevare, del riproporre, del sintetizzare: notare lo
slancio a spirale e l' estremo tentativo di sollevare il Messia da parte
di Maria!
La BELLEZZA quindi non è solo
legata all' apprezzare ciò che è compiuto, ma
intravvedere il compiuto nell' abbozzato, nel desiderio
del voler fare...
Vorrei tanto farlo capire a mio
figlio che accusa me e mia moglie di essere sciatti e di
tenere sciatta la casa, dove potrebbe invece regnare la
consolazione del bello stabile, della tranquilla
contemplazione del sistemato e del pulito ordinato, che
tanto sembra condizionare umori e voglia di fare da
parte sua!
Cos' è che determina oggi il valore
di una casa o di una persona? Cos'è che disegna l'
armonia in una casa? Cos'è che la impedisce: la
vecchiaia degli abitanti, la insofferenza dei giovani,
la difficoltà del quotidiano pulire...?
E' proprio scegliere un modello,
rispondere a quella domanda, è proprio impegnarsi in una
direzione piuttosto che in un' altra. Facciamo degli
esempi: se mi piace la compagna di classe è perchè è
bella ai miei occhi e agli occhi di tutti, per come si
veste, per come parla, per come ragiona, per come si
muove, per il colore dei suoi occhi espressivi e
sognanti, per la famiglia che ha, per la casa in cui
abita, per la corte che le fanno gli altri ragazzi, per
i successi scolastici e forse anche perchè è un po'
civetta come si suol dire e ride delle mie battute e
esce con il bello della classe, ma non ci sta, oppure mi
innamoro della timida, bruttina, trasandata che mi ha
fatto capire che le sono gradito o infine della
spregiudicata compagna con la mini, il trucco, la
esuberanza fisica, lo sboccato eloquio e la voglia di
esperienze sensuali? Il 90% dei miei coetanei penso
sceglierebbe la prima! Ma ciò determina lo stacco tra il
normale e l' anormale o solo lo stacco tra il consueto e
il possibile? Insomma alla fine cos' è la spinta verso
la BELLEZZA? E', credo, il desiderio del soddisfacimento
dell' impulso sul significato di una cosa. Ecco mio
figlio è impulsivo e vuole far collezione di belle
emozioni rispetto alle emozioni ragionate e controllate,
perchè ragionare non è molto dei giovani. Mi sono
accorto che parlando di lui parlavo di un me ritornato
nei banchi di scuola , perchè ciò che lui prova un dì io
l' ho provato, il bello che tutt' oggi non l' ho ancora
risolto il mio problema del come e perchè AMARE e cosa
amare senza condizioni e senza tentennamenti, offuscato
dalle esperienze e dalle domande razionali, sentimentali
e di ripiego fatte e risolte durante la mia vita di
adulto. Cosa fare quindi con lui e e i suoi
rinfacciamenti? Direi NIENTE o quasi, ma aspettare che
le esperienze e le domande lo possano condizionare un
po', oppure sperare che ogni suo impulso diventi
conquista: ma è credibile che succeda sempre? Direi
proprio di no!
presto leggerò un libro americano
intitolato "il giardino della mente", consigliatomi da
mio nipote Michele.
Presto saprò perchè, convinto di
avere doti da artista e pratica da scienziato, io non
riesca a vedere che la ballerina girare in senso orario
e mai in senso antiorario, come invece invita il test a
fare attraverso la concentrazione e il lasciarsi
andare...
pag.9
" VAI COME SEI "
e' un pegno da pagare
per gli errori passati
dovuti alla "pochezza"
comportamentale ed educativa mia
ora forse è tardi per riparare
ma non per rendersene conto!
Questa è la pagina dei rimpianti,
dei ripensamenti, del rilancio, del riciclaggio...
Cosa voglio dire? Dico che se uno
si rende conto degli errori che ha fatto e che continua
a fare, vano è sperare di ripararli solo perchè lo si
desidera, ma si può reimpostare differentemente la
propria azione e la propria sensibilità in modo da
evitarli o gestirli meglio: tutto sommato anche gli
errori servono sia a chi li fa che a chi li subisce.
Errore vuol dire soluzione diversa dall' atteso e non
efficace di un problema.
Soprattutto alla mattina,
svegliandoti, magari dopo sogni contraddittori e un
dormiveglia foriero di pensieri per lo più tristi e
negativi, comprendi la tua condizione di essere umano
sostituibile e solo, appena ti alzi e inizi a svolgere
il tuo ruolo, ti accorgi che puoi agire, pensare,
proporre e subire un po' di tutto senza per forza dover
disperare! Essenziale è innanzitutto dare importanza
agli altri sul tuo cammino, perchè ognuno porta con sè
un bagaglio come il tuo che ti può far modificare o
ricostruire quello che perdi o sopporti in un modo più
stabile e duraturo.
pag.10
La domanda è: "posso rimanere come
mi sento di essere e fare quello che ritengo di poter
fare oppure qui è necessario, direi vitale, cambiare,
trasformarmi, prendermi pause e attivare scelte e
decisioni, in vista di una nuova stagione di vita e di
esperienza?"
Non so rispondere e mi trascino in
mezze scelte e incerte decisioni, che però non sembrano
risolvere un gran che...
La data del 29 aprile è vicina e in
quel giorno i miei bioritmi ripartiranno da zero, come
alla nascita. Il 29 è un giorno come un altro oppure è
un' occasione per reimpostare coscientemente tutto di me
e della mia vita?
la mia volontà,
la mia ideazione, la mia capacità di lettura della
realtà, i miei sogni e desideri, le mie aspettative, le
fortune, la salute, la aggressività, l' utilità per gli
altri, il lavoro, i sentimenti... o semplicemente la
quotidiana sopravvivenza vanno ridisegnati, ma
sicuramente avrò bisogno di aiuto!
Il peso fisico, la qualità dell'
alimentazione, l' accertamento medico, l' attività
muscolare, le abitudini, gli sfizi, i vizi e i
capricci...troppi fronti da seguire, troppe trincee da
cui combattere, non credo di avere oggi le energie e la
determinazione per affrontarli e definirli, la sicurezza
per uscirne rigenerato, penso anzi che non mi sarà
concesso essere padrone del processo, ma in vario modo
subirlo e ad esso adattarmi, per i prossimi anni.
Quale forza allora mi guiderà? A
quale Santo potrò rivolgermi? Che avvenimento collegherà
tutte queste necessità? Il 29 aprile lo assumo come data
delle risposte e degli impegni, accada quel che accada!
Queste note le scrivo come fossero
scritti per notaio, in effetti sono anticipazioni
scaramantiche che nascondono il desiderio di uscire
dalla sofferenza e dalla incapacità espresse dalla mia
odierna vita, adesso, vestito e preparato inizio la
giornata e cerco di distaccarmi un po' da quelle
considerazioni esistenziali, lasciando parlare
semplicemente e solo il presente e la sua casualità. Io
ci posso mettere solo quello che resta della mia
coscienza, memoria e sensibilità. Alla prossima
esternazione. Bye Bye.
pag.11
E' vero, sto scrivendo
per me, ma se scrivo qualcuno deve leggere e rispondere!
Sto lanciando un messaggio in
bottiglia, affidato al mare immenso che ho davanti, io,
povero naufrago perso tra i pensieri e le impotenze, tra
le voglie e le frustrazioni, non solo, per fortuna, ma
isolato nell' isola, mentre altrove si costruisce, ci si
ingegna, si inventa, si propone e si produce...
Cosa scopro mentre spero, ma subito
mi turbo e mi siedo contemplando il mare? Scopro questo
testo cantato, frutto della giocosità di Gianni Mauro e
Vittorio Marsiglia:
RE
E' un canto malincoRE7+nico
E' un CA....nto malincoMI-7nico
MI-7 Va a incuriosire
gli aLA7nimi VAINCU
LA4..........riosire
gli aRE7+animi
La freRE7+sca
aria che sti SOL7+mola
la FRE.....sca aria che stiRE7+mola
Che pare odor di zaMI-gara
CHE PPA......LA7odor di
zaRE7+
UAUAUA MI-7 LA7 UA UA
UA RE+UA UA UA
LA7 UAUAUA RE+
e rido di
gusto, più volte...
mi basta per
ora come cura ai miei tetri e sconsolati residui di
pensiero:
É un canto
malinconico...è un
ca....nto
malinconico...
va incuriosire gli
animi e va
incu...riosire gli
animi...
la fresca aria che
stimola la fre...sca
aria che stimola...
che pare odor di
zagare e che pa...re
odor di zagara...
uououo...
che canto malinconico e che
ca...nto...malinconico...
coglie ogni cuore
tenero e coglio..gni
cuore tenero...
ricchi o poveri
ascoltano....ricchio....poveri
ascoltano....
'sto canto così
languido 'sto
ca....nto cosi
languido...
uououo...
Afrodisiaco nettare
a fro...disiaco
nettare...
m'ignori o tu
grandissima
migno...ri o tu
grandissima...
col canto
malinconico e col
ca...nto malinconico
t'incuterò quel
fremito...
e t'incu...terò quel
fremito...uououo...
astro lucente e
mistico a
stro...lucente e
mistico...
mortali strali
lanciali morta'...li
strali lanciali...
'sta troppo in pena
l'alma mia 'sta
tro...ppo in pena
l'alma mia...
'sti
canti la rincuorano
e 'sti ca...nti la
rincu...orano....uououo...
Incurante di me
misero incu...rante
di me misero...
ma incuria amor fa
male assai...ma
incu..ria amor fa
male assai....
oculato...son stanco
e bruciocu...lato
son stanco e
brucia...to...
canterò malinconico
e sto ca....nto mi
consolerà...
uo uo uo uo uo uo uo
uo uo ououo
E un canto malinconico
E un cà-anto malinconico
Va a incuriosire gli animi
E va incù-riosire gli animi
La fresca aria che stimola
La frè-esca aria che stimola
Che pare odor di zagara
E che pà-are odor di zagara
Che canto malinconico
E che cà-anto malinconico
Coglie ogni cuore tenero
Cogliò-ogni cuore tenero
Ricchi o poveri ascoltano
Ricchiò-poveri ascoltano
Sto canto così languido
Sto cà-anto così languido
Ecco, ora me la
imparo e poi la propongo, così troverò certo qualche
benigno ascoltatore, che, divertendosi, mi onorerà della
sua simpatia e del suo...rispetto, no, rispetto è
troppo, mi basta la simpatia, come sempre è stato per
me, nel passato, quando vivevo in continente e non in
un' isola...
pag12
CORAGGIO
Cos' è il coraggio?
E' il contrario della paura, è
la cura per la troppa prudenza, è la scommessa perdente
sull' immortalità, è la sensazione istintiva che ti fa
scappare con la voglia di salvarti, è la manifestazione
della fede in sè, in Dio, nell' amico da aiutare, nel
malvagio da combattere, nell' agire senza sapere a cosa
si va incontro, nell' accettare la sconfitta onorando
gli autori della medesima....Il coraggio è la
giustificazione migliore dell' errore...
Io oggi ho perso il coraggio che
potevo avere in piccola dose in passato: come
recuperarlo?
Bisogna giocare il tutto per
tutto, occorre manifestare la propria paura accostandole
un' azione consapevole, continua, tenace e convinta,
anche se ciò implica il probabile sacrificio di coloro a
cui tieni...oppure il tuo sacrificio, se inevitabile...
Meglio passare agli esempi?
Basta aprire un giornale,
guardare un servizio televisivo, assistere ad una
partita di calcio o alla corsa sfrenata di una macchina
tecnologica rombante e potrai apprezzare al comodo della
tua poltrona sensazioni di coraggio, sì, però degli
altri...
L' imitazione del coraggio non è
coraggio, è sfrontata usurpazione: muoviamo il nostro
"culo" e camminiamo verso Lourdes, non per avere il
"miracolo", ma per sentire il dolore come retaggio
quotidiano, come avviso di condizione, come stimolo per
il confronto...alziamo lo sguardo verso l' orizzonte:
"da dove mi verrà l' aiuto, l'aiuto è nel Signore, che
ha fatto cielo e terra...giuste e vere sono le sue vie o
Re delle genti...
(il custode)
Sono religioso, ma anche
tendente al vizio, al dubbio, allo scoraggiamento, alla
enfasi, alla presunzione, alla sostituzione, al
parassitismo: quanti difetti comportamentali! Vanno
curati e contrastati con azione coerente e sincera, con
perspicacia e preparazione accurata, con bassa
accondiscendenza e rifiuto sereno, altrimenti è facile
infilarsi in mondi che hanno già in sè la condanna e la
disgrazia, anche se in apparenza luccicanti, lusighieri,
ricchi e confortevoli: ed eccoci così al tema del
DIAVOLO e della sua essenza...
Il diavolo non esiste e neanche
il sentimento e la ragione diabolica...oppure no?
Soldi facili e moltiplicabili,
divertimenti ed eccessi, splendide creature e oggetti
artistici, applausi e invenzioni, amici e estimatori,
salute e piacere, beneficenza egoistica, bugia come
gioco....quante armi potenti ha il diavolo a
disposizione?
Io cosa posso contrapporgli?
Due figli e una moglie, la casa, il gatto, un libro, il
computer, l' auto...la professione, la creatività
personale: me le può smontare tutte queste cose in un
ghigno di sufficienza, con una faccia da compatimento e
mille proposte alternative in veste di figli di
successo, moglie sfolgorante di beltà diverse e
perversioni convinte, casa nel verde più organizzato e
controllato, animali esotici e accuditi, autori
letterari a disposizione, super macchine cibernetiche,
Ferrari come se piovesse, poltrone di capo indiscusso,
genio di inventiva e proposta...
davvero o esiste tutto ciò e non
il DIAVOLO o esiste il DIAVOLO e tutto ciò è solo per i
pochi che lo possono contrattare con LUI o...
esiste la corruttibilità di
tutto ciò! Insomma se affronto uno scontro col DIAVOLO i
casi sono due: o LUI mi ignora o LUI vuole da me una
cosa che ritiene importante per LUI...La risposta non ce
l' ho, anche perchè non mi sembra che il diavolo mi
abbia già contattato, semmai più probabile, mi ignori,
come sopra ho supposto...