Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nel tuo grande amore cancella il mio peccato.

Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato. Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre dinanzi.

Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto; perciò sei giusto quando parli, retto nel tuo giudizio.

Ecco, nella colpa sono stato generato, nel peccato mi ha generato mia madre. Ma tu vuoi la sincerità del cuore e nell'intimo mi insegni la sapienza.

Purificami con issopo e sarò mondato; lavami e sarò più bianco della neve. Fammi sentire gioia e letizia; esulteranno le ossa che hai spezzato. Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe, Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. Non respingermi dalla tua presenza e non privarmi del tuo Santo Spirito. Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo generoso.

Insegnerò agli erranti le tue vie e i peccatori a te ritorneranno. Liberami dal sangue, Dio, mia salvezza, la mia lingua esalterà la tua giustizia. Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode, poiché non gradisci il sacrificio e se offro olocausti, non li accetti. Uno spirito contrito è sacrificio a Dio,

 un cuore affranto e umiliato tu, o Dio, non disprezzi.

Nel tuo amore fa grazia a Sion, rialza le mura di Gerusalemme. Allora gradirai i sacrifici prescritti, l'olocausto e l'intera oblazione, allora immoleranno vittime sopra il tuo altare".

 SALMO 50

 

Questo salmo, il «Miserere, rimane la più autentica delle nostre preghiere umane. Il tono è semplice, sobrio, diretto.

Per trovare una simile sincerità nella confessione, ci voleva una fiducia illimitata nella misericordia di Dio.

Sia che esprima il pentimento del re Davide dopo il suo adulterio (2 Samuele 12, 13) o quello del popolo giudeo tornato dall'esilio, durante il quale ha preso coscienza della sua infedeltà, questa implorazione ci mostra il volto genuino della penitenza. L uomo prende coscienza della gravità del peccato che lo allontana da Dio (Ezechiele 2, 3.7; 16, 43);

il male affonda le sue radici nell'intimo dell'essere (Geremia 5, 23; 7, 24; 17, 9; Ezechiele 36, 26). Non basta un perdono sbrigativo, una purificazione esteriore: è il cuore che deve trasformarsi.

Soltanto Dio può operare questa nuova creazione e immettere uno spirito nuovo (vedi Ezechiele 36, 26), che permette di riaversi e di rimettersi umilmente nelle sue mani. Egli solo è capace di rispondere al desiderio di rinnovamento totale, che non può essere disgiunto da una autentica richiesta di perdono. Il pensiero corre già a Paolo che descrive con parole sconvolgenti la situazione drammatica del peccatore (Romani 7, 14‑25) contrapposta alla vita entusiasmante del cristiano che si lascia condurre dallo Spirito Santo (Romani 7, 8).

Colpisce particolarmente il v. 7: 1 uomo ‑ o il popolo ‑ è concepito nel peccato, generato nella colpa.

L'autore non pensa di sicuro a un peccato della madre che potrebbe contagiare il bambino, né 1 Antico Testamento considera peccaminosa l'unione coniugale;

il salmista intende piuttosto far comprendere, con questa immagine dl straordinaria violenza, che 1 uomo nasce come prigioniero di un ambiente di peccato.

*9 L'  issopo , pianta odorosa, era usato nella purificazione dei lebbrosi (vedi Levitico 14,4) e nelle aspersioni rituali.

*16 Il sangue può significare la malattia, la morte o il delitto (l'omicidio).

* 20‑21 ,aggiunta post‑esilica, forse prima della ricostruzione delle mura di Gerusalemme nel 445 a.C.

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