Litigio con la moglie? Diversità
di modo di ragionare...
Incomprensioni fra colleghi?
Aspettative culturali e efficacia di metodo di lavoro
differenti...
Divergenze religiose? Non c' è
un Dio uguale per tutti...
acquisizione di amici?
Rispondere a ciò che ci si aspetta da te...
Successo durevole? Le tue
soluzioni sono migliori o più adatte di quelle di
altri...
Soldi e rispetto? Fortuna che
aiuta la tua mente raziocinante e veloce, la tua memoria
quasi infallibile, la tua scaltrezza riconosciuta e
benefica...
tutto dipende dall' uso
e dalle proprietà acquisite ed esercitate della
propria testa!
...se poi sopraggiungono disturbi o
peggio malattie mentali, il quadro si complica proprio
perchè si semplifica nelle figurazioni mentali dell'
individuo...Cosa fare allora?
Curarsi e farsi curare: non vedo
altra risposta! Ne va di tutta la propria esistenza e
della dipendente influenza sulla esistenza dei propri
familiari e vicini, del prossimo cioè...
Ma perchè la mente non è
inintaccabile, e soprattutto cos' è la mente?
La mente è quel complesso di
pensieri, ricordi, collegamenti, esperienze
senso-sensuali-affettive, scoperte, imitazioni e in
sostanza interazioni operative e speculative che fanno
la tua identificazione e determinano la tua stessa
permanenza nel quotidiano...
Rendere la mente inintaccabile a
tuo vantaggio e di conseguenza a vantaggio degli altri,
sarebbe la soluzione al suo deterioramento e alla sua
attaccabilità da parte di agenti interni (genetici) ed
esterni (virus, batteri, prioni, traumi, eventi
circolatori, chimici, fisici...)...
c' è poi l' errore, la adesione a
strutture etico-politico-sociali imperanti in quel
determinato momento storico che condizionano la sua
esplicazione e le sue scelte decisionali e che possono
determinare effimera gloria e stabilità, ma con
possibilità reali di smantellamento e superamento da
parte di una nuova sistemazione culturale e
comportamentale degli individui umani...
pag.26
(pag. 36)
qui vorrei
comporre una pagina splendida per argomento, uso del
linguaggio, magnificenza di figure descrittive e
introspettive, per qualità narrativa, ma si sa o si ha
il dono o ci si deve arrabattare...conto solo sull'
insondabile, che mi può dare la possibilità di portare a
reale ciò che è solo pensato e desiderato: va detto che
esiste il ragazzo che risolve il cubo di RubiK in meno
di 20 secondi e senza trucchi!
Di cosa potrò
parlare dunque?
Di panorami? Di
storie d' amore e sentimento, di passione e
consapevolezza dell' indifferenza, di scoperte e
intuizioni, di drammi e cose comiche...
Non so ancora,
ma appena una forte emozione mi affiorerà al conscio, lo
faro immediatamente il testo, per non far sfiorire ciò
che di per sè è fugace anche se indelebile a lungo...
Dopo aver
letto qua e là " I PROMESSI SPOSI" ti rendi conto di
come si possa usare la lingua italiana in modo egregio,
descrivendo, proponendo, spiegando le cose umane e
quelle naturali con notevolissima capacità e
sensibilità. Io mi ripropongo qui solo di tentare la
scrittura delle mie idee e delle mie emozioni in modo
lineare, chiaro, convinto e sincero al fine di accendere
negli eventuali lettori interesse, spirito di
condivisione e di approfondimento, perchè riesco a far
entrare altre sensibilità ed esperienze nella mia
personale sfera di esistenza senziente...
Quando si sono
provati sentimenti infernali è abbastanza normale dover
scegliere tra il lasciarsi andare disperatamente e il
cercar di lenire, comprendere e accettare l' evidenza
del male senza speranza di ritorno, cioè quello che la
religione cristiana ha chiamato e chiama tutt' ora
INFERNO. Ma cos' è il MALE e cos' è il suo contrario: IL
BENE? Io credo che il male sia la distruzione, l'
annullamento compiaciuto, la travisazione, l'
insofferenza e quant' altro possa demolire il proposito
di credere, fare, amare, immaginare, convincere,
accettare il vivere com'è e come si può modificare: in
una parola il BENE. Se posso fare un esempio, credo che
sia male irridere gli ingenui, i semplici, i poveri, i
malati, i vecchi, gli sfortunati, i soli, i
lavoratori e sia invece bene condividere, scherzare,
consigliare, migliorare le condizioni al solo scopo di
assistere al verificarsi di mutamenti positivi e
costruttivi...Se stai male, in un primo momento desideri
che stiano male anche gli altri, ma se opti per volgere
in bene tutto ciò che può mutarsi in male o già lo sia,
allora anche il tuo male si indebolisce dentro di te e
magari si allontana da te quasi all' istante, ma se
invece lo senti e lo soffri e ci entri dentro e lo
coltivi, gli dai importanza e ne prendi la componente
più pericolosa che è l' illusione del piacere e del
successo umano, inizia a prodursi una cascata di
conseguenze dalle quali forse ad un certo punto non puoi
più uscire...
L' unico
pericolo nel volgere al bene la tua vita è quello di
farne motivo di vanto e distinzione, così che si ricade
nel contrario, cioè di nuovo il MALE...
Mi rendo conto
che in questo argomento molto è stato già detto, scritto
e sperimentato nel corso dei secoli. La religione per
esempio ha sistemato in precetti, consuetudini,
racconti, storie, catechismi gli eventi distinguendoli
tra cose del BENE e cose del MALE, ma anche altre
elaborazioni umane ci hanno provato e ci provano,
modificando solo i fatti considerabili come BENE da
quelli considerabili come MALE rispetto ad altre
proposte, il risultato è che si può scegliere da che
parte stare e come vivere, ma non si può scegliere la
conseguenza necessaria delle scelte...
Se hai in casa
la manifestazione di un malessere che non si riesce a
capire e a trattare, scatta la necessità o di negarlo, o
di peggiorarlo o di trattarlo con l' aiuto di altri o
infine di accettarlo per capirlo meglio e scoprire che
magari non si tratta necessariamente di MALE ma del suo
contrario: qualche esempio? Se ti colpisce l' evento
della cassa integrazione o del licenziamento, perchè non
mettersi daccordo con chi lo condivide con te questo
malessere e progettare ed eseguire un' impresa tipo
usare il tempo ora a disposizione per percorrere a piedi
l' intero arco alpino da Ventimiglia a Trieste, cosa che
peraltro sta succedendo ad opera di tale Ugo Ghilardi
(52 anni) e Manuel Ardenghi (33 anni) da Bergamo... Se
nasce in famiglia una malattia della mente e del
comportamento viene colpito ciò che più ci serve a
sopravvivere agli eventi quotidiani, quale penosa
sensazione di precarietà e solitudine colpisce chi
assiste e partecipa a questa evenienza, non sapendo cosa
accadrà...come vedere il BENE qui? Una sola idea:
rivolgersi alle organizzazioni che già operano in questo
settore del malessere psichico e cercare di scoprire
all' interno di questi ambiti le preziose risorse dell'
umanità solidale e partecipe, esperta perchè già dentro
il problema e le storie... Io devo ritrovare il libro di
Joseph Roth "GIOBBE" perchè quando lo lessi tanto tempo
fa avevo bisogno di un suggerimento, di un modus
operandi e di una spiegazione e lì la trovai, per questo
ringrazio ancora oggi l' amica Maristella che me lo
propose...
Come sta
andando la mia pagina di letteratura splendida? Secondo
me sta andando come la mia mente, confusa, affastellata
di pregiudizi, depressa, incerta, dolente, ma forse
efficace, forse volta al BENE, forse capace di
modificare in me e in chi mi legge la propensione a BEN
FARE e BEN PENSARE che in fondo è lo scopo di questo
esercizio scritto...
ritenterò
nelle prossime pagine...
pag.27
(pag.37)
C'è' un posto
in quel di Cefalù, un campo di olivi vecchi e bassi,
digradante verso il mare che mi somiglia nel senso che
quando entro lì, mi si acquieta l' agitazione del cuore
e della mente e lo sento mio anche se la proprietà e d'
altri e addirittura non ci si potrebbe entrare senza
permesso perchè è completamente recintato da rete
metallica con filo spinato qua e là e poi giustamente
deve essere protetto da gitanti prepotenti e chiassosi e
turisti avidi di spiaggia libera e raccoglitori di
fichi, limoni, carrubi, olive e frutta a costo zero e
sapore prelibato, senza parlare poi di coppiette
arrapate e ragazzotti viziosi e irrispettosi forieri di
cartacce, plastiche e gomme e frattaglie consumistiche
varie... io ci sono entrato più d' una volta e mi sono
anche presentato al custode che per conto del Comune
abita con la famiglia il "baglio" storico donato dal
padrone d' un tempo alla collettività municipale e che
ora paga un po' l'incuria, la difficoltà di manutenzione
e la penuria d' acqua, ma che resta per me splendido e
riposante, peculiare e invitante: lì, ho già detto, mi
piacerebbe essere sepolto in attesa del richiamo in vita
o del giudizio finale a seconda del credo religioso o
del mescolamento dei miei umori e materiali con quelli
dei vegetali e minerali ivi presenti già...Lì quest'
anno spero di poter ancora entrare e passeggiare diretto
al mare per prendere il sole, fare il bagno, correre
leggermente la mattina per un' ora sudando e
respirando nel difficile scopo di perdere almeno tre dei
miei chili di troppo...e ovviamente sedermi all' ombra
di un complice albero odoroso per leggere e pensare, per
guardare e riflettere, magari sommessamente cantare o
comporre...
Mi vedete in
questa foto scattata dall' alto a primavera? Ovviamente
non ci sono, io entro lì in estate dove la terra è
gialla più che verde e alcune piante sono cariche di
frutta matura e l' odore del mare penetra portato dalla
brezza calda, mentre suoni sommessi di cani, uccelletti
e insetti tagliano l' aria discorrendo con le orecchie
dei presenti, pochi e chini sulle opere agricole...
Ho detto che
questo posto mi somiglia perchè lo sento a me congeniale
e adesso se la testa e la sensibilità mi sostiene tento
di spiegarlo in modo che anche voi possiate venire con
me là dentro e strappare al posto un po' della sua
vocazione a ristorare il visitatore e muovergli in animo
anche un po' di senso di abbandono della confusione
cittadina e di malinconia per storie mai avvenute ma
immaginate fuori del tempo misurato...
Rassicurato
dal permesso del custode, che mi conosce, giro tra gli
olivi, tendo i padiglioni auricolari a riempirmi di
silenzio usando il frinire delle cicale come metro di
paragone del rumore e dilato le narici odorando l' aria
di carrubo, di salinità marina, di profumo floreale e di
leggero marcio della frutta caduta a terra, lì un
limone, lì un fico d' india, più il là un tappeto di
foglie secche di pino marittimo, frammischiato al
venticello umido dello scorrere di poca acqua di fosso,
l' olezzo un po' peso, ma comunque fresco e quasi
gradevole del fermentato di canna, muschio, lichene e
alga...e poi stacco un fico nero dalla pianta e me lo
gusto al massimo del piacere, beandomi del fresco, del
bagnato, del dolcissimo e del selvatico della sua polpa
squisita...Il tatto è in piena attività, perchè rileva
il contrasto fra caldo asfissiante e delizia di ombra d'
olivo, pino e carrubo...la vista poi si riempie di
colore, luce cangiante e movimenti sfuggevoli di fronde,
nuvole, muri gialli, figurine umane in lontananza che si
dirigono al mare in costume o pareo svolazzanti, tra
risatine e rimproveri a bimbi scalmanati o uggiti...
Ora mi siedo
sotto un salice e mi metto a leggere, poi mi alzo e vado
a parlare col custode per un po' e col suo permesso mi
dirigo verso il mare, scendendo da una stradina dopo il
cancelletto di confine e fermandomi davanti alla maestà
del Tirreno spumoso e azzurrissimo.
Mi sento
soddisfatto di come ho descritto l' esperienza estiva
delle mie visite alla Tenuta marina sopra nominata e
spero ardentemente che per un po' vi siate sentiti
trasportati e accompagnati lì con me a contemplare,
pervadervi e arricchirvi di natura e sensazioni, come se
aveste assunto una medicina ambientale rigenerante...
Grazie se
siete riusciti a leggere fino a qui. La mia esperienza
di scrittore "manzoniano" per ora si è esaurita, avanti
si va!
pag.28(pag.
40)
Perchè mi sento
di somigliare alla Tenuta siciliana di cui prima ho
parlato? Anch' io sono coltivato e un po' selvaggio,
anch' io do frutti esagerati e presto marciti per il
caldo e la poca acqua disponibile, anch' io sto al
confine tra la terra forte e spietata e il mare libero e
vasto dove tutto si stempera in onde leviganti e
profondità accoglienti, in gioie esaltanti e burrasche
improvvise, in dolce trasparenza e cerulea tinta a volte
e in ottenebrante buio e orribile soffocamento di quando
in quando. La calma è il sentimento dominante della
Tenuta, ma appena dopo affiora la rassegnazione irritata
di un non poter trasformare la cosa pensata, il lavoro
progettato, per mancanza o di perizia, o di mezzi o di
continuità volitiva, tenace e caparbia, in attuazione
vincente ed efficace a lungo...Quanti tratti del mio
sciagurato carattere ritrovo in quel luogo e quante
potenzialità potrebbero diventare splendido luogo e
tempo di paradiso, ma il Paradiso è un concetto sperato
e vagheggiato, contrastato dalla vicinanza dell' inferno
sempre in agguato tra fronde, erbe e nemici naturali...
Ma adesso ho comprato un libro che continuerò a leggere
quest' estate proprio nei pressi della Tenuta marina e
cosa afferma il libro? Ciò che pensi attrae pensieri
simili dall' universo intero: il pensiero è vibrazione
di frequenza data e può allontanarsi da te in tutte le
direzioni e molto lontano, richiamando pensieri simili
che si trasformano in cose reali nei tuoi pressi e in
te...quindi pensa positivo, pensa insistentemente a ciò
che vuoi ottenere, pensa al meglio e pensa senza "non",
si attueranno per attrazione le cose più volute e
pensate...Molto lontano dal mio modo solito queste
affermazioni del libro THE SECRET che sto leggendo:
allora cosa mi costa provare a mettere in pratica i
consigli del testo? Lo farò, anzi già lo faccio, ma
attenti con convinzione e spontaneità, con fede e amore,
con naturalezza e semplicità, se no, mi sa che non si va
più in la della BUFALA...
Riprendiamo a
parlare di me e del paesaggio cefaludese calpestato dai
miei piedi avidi di soluzioni....
Adesso provo a compilare una poesiola che colleghi il
luogo al mio essere, al mio volere, al mio pensare, al
mio desiderare, al mio fare, tipici.
cammino e cammino
con le
orecchie intrise
di silenzi
incerti e sospesi
stimo me e quel che faccio
caccio i lugubri pensieri
e le sconsolate lagnanze
quotidiane
sento e voglio, desidero e perseguo
all' occorrenza prego
prego che la natura si pieghi a
me
re di me stesso e di quel che potrò essere
di lì a domani
spargerò frutti gratuiti
raccoglierò e mangerò quelli che
mi avanzeranno
dopo i sorrisi e gli abbracci
di chi saprò amare e rispettare
prendendo a bene il momentaneo
male
facendolo sentire necessario
non risolutivo
ma fase di un abbandonato
splendore
che ogni giorno potrà rinascere
ed esprimersi secondo sua
essenza mediterranea.
S i a m o per
lasciare profumi
s i a m o
per cullare speranze
s i a m o per
costruire sostanze
s i a m o per
scoprire l' enigma!
pag.29 (pag.
41)
"qui o si fa la vita o si
muore!"
Non sto
scrivendo niente da mesi, ma sto vivendo esperienze
varie in ogni campo, così da raccogliere in testa
elementi per scrivere poi quello che capisco e sistemo
nelle mie categorie di riferimento...per esempio se devo
decidere che la vita che faccio è quella che mi spetta,
devo inquadrarla nel reale guardando e considerando le
cose da una giusta prospettiva, intendendo per " giusta"
quella che mi si confà, non quella che il desiderio mi
propone o la fortuna mi concede...Questa foto del 2009,
per esempio la trovo adeguata a quello che m'aspetto sia
dal punto di vista del desiderio sia dal punto di vista
del reale vissuto...
quello che non si vede sono i miei interlocutori, ma
credo siano gli interlocutori che mi merito, cioè quelli
che possono stabilire e attivare con me sentimenti,
discussioni, scambi, risultati e scoperte... Ecco l'
occasione: parliamo un po' di musica. Parlando di musica
mi voglio riferire a quella che riesco a suonare, a
quella che ascolto dagli altri, a quella che è stata già
scritta in passato e che si è accompagnata alla vita di
personaggi strani, eccezionali, sfortunati, ebbri,
discontinui, deceduti presto o invecchiati
male...qualche cosa che ho letto o mi hanno raccontato o
addirittura ho vissuto? presto fatto. Prendiamo, che so,
quel pianista Jazz considerato pazzo, come si chiamava?
Ecco: Luca
Flores... Mescolando YUNG ( l' allievo quasi alieno di
FREUD), le imperscrutabili vie del TALENTO, l'
incompatibilità tra creazione e organizzazione, tra
impulso e scuola, tra solitudine e confronto e quant'
altro, vorrei approfondire questa figura d' uomo, d'
artista e di povero diavolo, come occasione per
riflettere sul meglio e sul peggio, sull' insegnabile e
l' usabile, sull' utilità e la necessità senza scampo...
Dunque LUCA si scopre adatto a suonare il piano con
grande efficacia e precisione già a cinque anni d' età...
UN ESEMPIO
D I APPROFONDIMENTO "saccheggiando"
LA RETE: ormai lo faccio quasi per tutto!
Pianista, compositore.
Luca Flores é nato a Palermo nel 1956 ed ha iniziato a
suonare il pianoforte all’età di 5 anni in Mozambico
dove ha vissuto per 8 anni. Traferitosi a Firenze nel
1970 ha intrapreso gli studi al conservatorio Luigi
Cherubini diplomandosi in pianoforte ed ottenendo il 5°
anno d’organo.
Ha iniziato l’attività jazzistica nel1974 formando prima
un quintetto e poi un trio. Il suo esordio a livello
nazionale avviene prima nel gruppo "Streams" di Tiziana
Ghiglioni e poi nel gruppo "Matt Jazz Quintet" con
Gianni Cazzola. Con questi due gruppi ha preso parte ai
maggiori festival italiani.
Ha militato anche nei gruppi di Chet Baker, Massimo
Urbani, Fulvio Sisti e Bruno Marini. Ha inoltre
collaborato con i seguenti musicisti di passaggio in
Toscana: Bruno Tommaso, Paolo Damiani, Lee Konitz, Sal
Nistico, Gianni Basso, Claudio Fasoli, Furio Di Castri,
Al Cohn, Steve Grossman, Al Grey, Bobby Watson, Bob
Mover, Kenny Wheeler, Dave Holland, David Murray, Nicola
Stilo, Riccardo del Fra, Enrico Rava, Muhal Richard
Abrams, Tullio de Piscopo, Paolo Fresu, Tony Scott.
Ha svolto a Firenze attività d’insegnamento presso
l’Andrea del Sarto dal 1979 al 1987 (ripresa nel 1993).
Ha partecipato ai seminari estivi di Siena in qualità di
insegnante di piano nel 1985/6/7.
Ha suonato in Svizzera, Francia, Germania, Olanda,
Russia. Ha avuto come maestri Roberto Pichini, Marco
Vavolo, Enrico Pieranunzi e Franco D’Andrea.
E’ deceduto a Montevarchi il 29 marzo 1995.
Luca trascorre la sua prima
infanzia, segnata da un evento traumatico che
innescherà il suo "male oscuro", cioè la morte
della madre Jolanda in un incidente
automobilistico.
Il disagio mentale
che lo accompagna da anni, nonostante
l'affetto delle persone che gli sono
vicine, lo porta infine alla scelta
estrema del suicidio: il 29 marzo 1995,
10 giorni dopo aver registrato 5 brani
musicali al Planet Sound Studios di
Firenze, muore suicida nella sua casa di
Montevarchi,
attaccato a una trave del soffitto,
solo.
C’è una memoria che
resiste agli uomini e ci sono uomini che
resistono alla memoria. È il caso di
Luca Flores, pianista jazz di primo
piano, artista versatile e uomo “troppo”
sensibile per l’epoca in cui è vissuto.
Non a caso, a tradire i Grandi, spesso è
il destino o il genio che gli corrode
lentamente, anima e mente. Sullo sfondo,
l’amore per una donna, Michelle Bobko,
cantante dalla voce ammaliante e
paladina della vita appartata di Luca
negli ultimi suoi anni.
“Il linguaggio della
musica è uno, ed è quello dell'anima, là
dove le parole ci ingannano con i loro
mille significati. E' libera di volare
in paradiso, di scendere nelle viscere
dell'inferno o di starsene a galleggiare
nel limbo. Io amo quei musicisti che
cantano, scrivono e suonano ogni nota
come se fosse l'ultima.'
La musica è così, è un urlo fra le
stelle e l’infinito, ti dà la chiave
d’accesso al mondo dei perché. Un mondo
non aperto a tutti ma solo a quelle
grandi anime che, dotate di una
genialità che supera ogni limite,
possono raggiungere questa libertà,
librarsi sulle ali della immaginazione e
con forza disumana attraversare gli
Inferi e tornare sulla Terra. Tutto
questo attraverso una nota, un dipinto,
una poesia. Ciò che non deve stupire è
che, paradossalmente, a tradire i
Grandi, spesso è proprio quello stesso
genio che lentamente gli corrode l’anima
e la mente.
È questo il caso di Luca Flores,
pianista jazz di primo piano nel
panorama italiano degli anni Settanta.
Il successo non lo
rende felice e lui lo vive chiuso in una
sorta di solitudine mentale;
imprigionato com’è nei ricordi combatte
contro le ombre del suo passato e solo
quando è seduto al pianoforte, quasi
sottratto dalla realtà, trova un po’ di
pace. Ormai vittima della sua stessa
genialità aveva subito i disagi della
sua mente in un percorso esistenziale e
artistico che lo avevano trascinato
verso il buio. Luca è triste, ombroso e
taciturno, nemmeno l’amore di una
ragazza riesce a destarlo. Comincia
presto, ma con estrema lentezza, a dare
segni di squilibrio. Prima con
ingiustificate paranoie, poi con atti di
autolesionismo, si taglia i polpastrelli
e un dito, e infine, con un suicidio
riuscito dopo quelli annunciati, nel
1995, dopo aver registrato quello che
forse rappresenta il suo testamento
spirituale in musica: How far can you
fly. Finisce qui la parabola umana e
professionale del musicista.
solo una precisazione il pezzo è stato scritto molto tempo prima: compare già nel disco "where extremes meet". Nell'ultima incisione ha eseguito un nuovo arrangiamento aggiungendo ladder (=scala) tra parentesi nel titolo. Conoscendo la vita di Flores saprete il perchè.
e
adesso qualche mia considerazione:
definire la depressione? D i f f i c i l
e. Se si è giovani il fattore scatenante
è l' incertezza del futuro e l'
insuccesso continuo negli affetti, negli
sport, nel confronto con l' altro
coetaneo...se si è vecchi è la
sensazione di assenza di futuro
possibile, se si è adulti è la
sconfitta, il licenziamento, la
scomparsa di un riferimento essenziale
che sia cosa o persona...se si è FLORES
però è forse eredità, cioè mancanza di
qualche fattore protettivo. Io
personalmente ho una certa paura delle
sensazioni negative al risveglio la
mattina, delle motivazioni mancanti,
della difficoltà a farsi capire e della
pretesa di essere sempre, contro ogni
evidenza, il migliore e soprattutto del
non riuscire ad interessarsi all' altro,
all' interlocutore, qualunque individuo
esso sia...Brutta bestia la depressione,
specie quella che ti assale immotivata e
sorda, invadente e latente...meglio
ridersela:
rimedi? 1) Accettarla e discuterne
normalmente, senza enfasi e continuità,
con interlocutori amici e conosciuti, ma
anche con chi ne soffre...2) sentire uno
specialista del comportamento, abbinato
ad uno specialista delle cure
farmacologiche...3) trovare in essa
spunti utili per le proprie scelte...4)
sperare che il domani, o il dopodomani,
o l' anno che verrà, porti una
prorompente sorpresa di un qualunque
tipo, che verrà acchiappata al volo...5)
collezionare ricordi gratificanti,
pensieri collegati, oggetti amati un
di', allevare animali, circondarsi di
verde vegetale...6) fare senza
progettare e senza aspettarsi risultati,
ma solo sensazioni emozionali...7)
pensare all' altro senza pensare a sè e
alle ricadute delle azioni...8) scrivere
qui senza preoccuparsi di cosa si stia
scrivendo... 9) essere pronti alla fine
e all' inizio, alla durata e alla
istabilità, al peggioramento e al
miracolo e infine 10) leggere, leggere,
leggere o farsi raccontare cose...
Isaia fa profezie sulla città
celeste: noi siamo qui sulla terra per
giorni contati e per conclusioni
decretate dal caso e dal pericolo. Noi
ci trastulliamo con piaceri spesso
perversi e dannosi a noi stessi e agli
altri, noi non troviamo il bandolo della
matassa e a volte gettiamo la matassa o
la ingarbugliamo ulteriormente se non la
laceriamo o buttiamo via con sdegno, noi
non siamo mai contenti di sentire più di
un animale e di avere sensazioni a volte
inebrianti anche se brevi di durata e
prive di prevedibilità, noi godiamo a
volte del dramma di un altro nostro
simile o lavoriamo per sentirci decisivi
per altri, noi abbiamo avuto maestri,
educatori, genitori, consiglieri strani
ed eterei, noi siamo relegati a volte in
bui anfratti in muratura, in balia del
Saraceno di turno, noi desideriamo però
ardentemente quello che abbiamo sognato
o intravisto a volte nel prossimo, noi
costruiamo splendidi castelli di sabbia
e con i piedi li distruggiamo, ma noi
ricordiamo e modifichiamo fino al
CAPOLAVORO, noi lavoriamo per la CITTA'
DEL SOLE che tutti sono chiamati a
costruire, non solo i privilegiati, non
solo gli eletti, non solo i presenti, ma
anche i passati, ma anche coloro che
verranno....N O I siamo l' uomo, siamo
la splendida misera creatura caduta in
basso con la memoria del sublime e del
possibile...n o i, infine, DIAMO ANCHE
LA VITA PER CELEBRARE LA VITA, PER
INCHINARCI DAVANTI ALLA COMPASSIONE, PER
APRIRE GLI OCCHI A CHI ODIA E PIANGE E
SOFFRE E SCHIUMA E MALEDICE, n o i
aspettiamo la CITTA' DEL SOLE.
squassanti
arretrano i trucidi(9)
le vittime d'
ogni tempo risorgono(12)
laceri e
straccioni si rivestono(11)
gli eleganti
raggelano i sorrisi ipocriti(14)
torna un
messia a predicare rispetto(11)
dispetto è
nell' animo del prepotente(12)
e finalmente
trova il suo posto il derelitto(14)
si inaugura
quest' oggi la città del sole(13)
per sole
persone di compassione vestite(14)
che i
calcolatori relegano tra i
soprammobili(11)
e i fatui
satolli consegnano ai tormentatori(15)
che insieme
ad essi si placano e trasformano(13)
in abitanti
lucenti ed equiparati...(13)
...balle di un depresso in cura...
pag.31
alla mattina recitare con la
mente svegliata e decisamente, in continuazione,
rilassati ma convinti, senza estremizzare, calmi e
fermi, scacciando o modificando tutti i pensieri
negativi e tutte le memorie d' insuccesso e di senso d'
inutilità:
voglio
voglio
voglio
voglio
voglio
voglio
v o g l i o
...e alzarsi
incontro al mondo
che gira, gira, gira, gira e tu con esso...
VVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVV
pag.32
inizio la
pagina con un omaggio ad Eduardo De Filippo: attore,
maestro, sceneggiatore, scrittore...padre, fratello,
spirito vivente del suo luogo di nascita e di
professione !
IO
VULESSE
TRUVA'
PACE
Io
vulesse
truvà
pace;
ma na
pace
senza
morte.
Una,
mmiez’a
tanta
porte,
s‘arapesse
pè campà
!
S‘arapesse
na
matina,
na
matina
’e
primmavera,
e
arrivasse
fin’’a
sera
senza
dì:
"nzerràte
llà!"
Senza
sentere
cchiù ‘a
ggente
ca te
dice:
"io
faccio….io
dico",
senza
sentere
l’amico
ca te
vene a
cunziglià.
Senza
sentere
‘a
famiglia
ca te
dice:
"ma ch’
‘e
fatto?"
Senza
scennere
cchiù a
patto
c’ ‘a
coscienza
e ‘a
dignità.
Senza
leggere
‘o
giurnale…
‘a
notizia
impressionante,
ch’ è nu
guaio pè
tutte
quante
e nun
tiene
che ce
fa.
Senza
sentere
‘o
duttore
ca te
spiega a
malatia…
‘a
ricetta
in
farmacia…
l’onorario
ch'jà
pavà.
Senza
sentere
stu core
ca te
parla ‘e
Cuncettina,
Rita,
Brigida,
Nannina…
Chesta
sì…
chell’ata
no.
Pecchè,
insomma,
si vuò
pace
e nun
sentere
cchiù
niente,
jà sperà
ca
solamente
vene ‘a
morte a
te
piglià?
Io
vulesse
truvà
pace;
ma na
pace
senza
morte.
Una,
mmiez’a
tanta
porte,
s‘arapesse
pè campà
!
S‘arapesse
na
matina,
na
matina
’e
primmavera,
e
arrivasse
fino 'a
sera
senza
dì:
"nzerràte
llà!"
“Eduardo
de
Filippo”
proviamo a leggerla e a commentarla,
a cantarla, a recitarla: che lezione e
che lavoro trasversale poderoso: Eduardo
è un GIGANTE della comunicazione etica!
2011:
strascico del decennio o sipario da
aprire sul prossimo decennio? Bicchiere
mezzo vuoto o mezzo pieno? Tappeto rosso
dello spettacolo o strada bianca verso
il futuro? Saremo noi, sarete voi,
saranno tutti, sarà qualcuno, ma certo
in questo mondo tondo, forse da quadrare
i connotati al 2011
vanno delineati e perseguiti...
Bisogna prenderci
dei padri a consiglieri: uno dovrebbe
essere Eduardo!
the way to nowhere!
pag.33-34 (pag.49)
E' giunta l' ora
di ringraziare coloro che mi tengono in vita e mi danno
significato. Non faccio nomi e cognomi, ma propongo un
piccolo elenco:
1) Ringrazio
coloro che hanno stima di sè e credono intensamente in
ciò che fanno...
2) Ringrazio
coloro che mi danno consigli solo perchè mi danno
considerazione...
3) Ringrazio
coloro che mi trattano male in modo sincero, perchè mi
danno importanza...
4) Ringrazio
coloro che si fanno ascoltare, propongono i loro talenti
e accettano i tuoi...
5) Ringrazio
tutti coloro che purtroppo hanno avuto problemi,
disgrazie, malattie, rovesci economici, morti,
insuccessi, incidenti...
6) Ringrazio i
maledetti, i santi, i poveri, gli abbandonati, i
bistrattati, gli isolati, i moribondi, gli arrabbiati...
7) non ringrazio
soltanto gli insensibili e i profittatori che rubano ciò
che non gli spetta!
facciamo qualche riflessione
sulle beatitudini come ce le riportano i vangeli:
BEATI....
[1]Vedendo
le folle,
Gesù salì
sulla
montagna e,
messosi a
sedere, gli
si
avvicinarono
i suoi
discepoli.
[2]Prendendo
allora la
parola, li
ammaestrava
dicendo:
[3]"Beati
i poveri in
spirito,
perché di
essi è il
regno dei
cieli. [4]Beati
gli
afflitti,
perché
saranno
consolati. [5]Beati
i miti,
perché
erediteranno
la terra. [6]Beati
quelli che
hanno fame e
sete della
giustizia,
perché
saranno
saziati. [7]Beati
i
misericordiosi,
perché
troveranno
misericordia. [8]Beati
i puri di
cuore,
perché
vedranno
Dio. [9]Beati
gli
operatori di
pace, perché
saranno
chiamati
figli di
Dio. [10]Beati
i
perseguitati
per causa
della
giustizia,
perché di
essi è il
regno dei
cieli.
[11]Beati
voi quando
vi
insulteranno,
vi
perseguiteranno
e, mentendo,
diranno ogni
sorta di
male contro
di voi per
causa mia.
[12]Rallegratevi
ed esultate,
perché
grande è la
vostra
ricompensa
nei cieli.
Così infatti
hanno
perseguitato
i profeti
prima di
voi.
poveri in spirito: ma chi sono?
Forse quelli senza mezzi per far prevalere
il proprio pensiero e la propria
sensibilità? O che altro?
afflitti: Bhè, qui è più facile: gli
addolorati, i sofferenti, i dispiaciuti...
miti:
i pacifici, quelli che aborriscono le
soluzioni violente...
chi
ha fame e sete di giustizia: mangiare
e bere cibo impalpabile quale l' ottenimento
della giustizia, cioè del ricevere quello
che ci è dovuto!
misericordiosi: i facili al
perdono...
puri
di cuore: gli ingenui, i coltivatori
di sentimenti semplici e immediati...
operatori di pace: coloro che si
industriano a mettere daccordo i
litigiosi...
perseguitati per causa della giustizia:
i capri espiatori, gli innocenti che hanno
osato rompere gli equilibri fra i
contendenti scorretti...
insultati, perseguitati, calunniati a causa
mia: gli "agnelli"...
intanto sono
interessato anche dai detrattori dei beati
di Gesù, che sarebbero chi? I complessi in
spirito, i goderecci, i violenti, gli
scorretti, gli spietati, i loschi, i
guerrafondai, i bugiardi e i prepotenti, i
maldicenti, i persecutori, i falsi e
ipocriti, che pur esistono e quanti!!!
Resta da chiedermi:
perchè su questo mondo esistono le due
polarita? Perchè è così fondamentale per
Gesù schierarsi dalla parte dei perseguitati
piuttosto che dei persecutori, avendone
dentro l' anima ambedue le possibilità,
tant' è che molti scelgono quella
"condannabile" delle due?
Terremoto esagerato in Giappone,
attacco alla Costituzione italiana da parte del governo,
subbuglio nel mondo arabo, disoccupazione, dolore,
ingiustizie, violenze, sopraffazioni, sballi,
indifferenze... dov' è finito l' Homo sapiens sapiens?
Bhè, si costruisce un mirabile grattacielo, si scava
sotto il mare, si scoprono medicine efficaci, si allunga
la vita media, si salvano infortunati, infartuati,
invischiati, incasinati, si ama, si abbraccia, si dona,
si consola...si educa, anche non richiesti. Ecco, a
questo punto "rubo" alla collega Serena, una cara
giovane insegnante di Italiano, questo testo che mi è
molto piaciuto, sulla condizione odierna del docente di
scuola pubblica:
Care colleghe, cari
colleghi, alla luce delle recenti esternazioni della
politica, sento il bisogno di rivolgermi a voi per
condividere pensieri che portino altri pensieri, per
coltivare il " nostro giardino".
Ognuno di noi è
portatore di peculiarità, esperienze, tratti
caratteriali, idee e sa che la scuola non è uno specchio
che raffiguri un' immagine sola, ma la coesistenza di
alterità, una magnifica commistione di defferenze,
talvolta anche di contraddizioni.
Ciò nonostante ognuno
di noi interpreta il suo ruolo, è sempre in campo,
agisce e talvolta sbaglia, prerogativa esclusiva di chi
non rinuncia mai a scegliere.
Scegliere è un atto di
libertà, ma solo chi sa assumersene la responsabilità
può goderne, chi non si nasconde dietro parole vuote,
chi non ha schermi protettivi, chi non cerca il
consenso, chi sa di non possedere carte vincenti ma solo
carte da giocare.
Ogni giorno abitiamo le
nostre aule come parti della nostra casa, concordiamo
regole di convivenza alle quali per primi ci
assoggettiamo, tessiamo trame delicate, annodiamo i fili
rotti, ci vestiamo di questi abiti e di nuovo ci
sentiamo nudi perchè niente è per sempre, niente ripara
dal freddo e dal sole, se la Terra si muove.
Viviamo nelle nostre
comunità: mondi di bellezza che faticano a svelarsi,
forme acerbe di futuro, grumi di emozioni contrastanti,
energie sfrenate, talvolta identità silenti e l' unica
chiave di accesso a questa varietà è la nostra
disponibilità ad ascoltare.
Un educatore non
"inculca", non ha cervelli da riempire, non distribuisce
informazioni facilmente reperibili altrove in tempi
assai più brevi, non ammaestra, non doma, non plagia.
Non ha ideologie da sponsorizzare come merce di scambio,
non ha dogmi religiosi da usare per frantumare, non deve
convincere, non cerca voti. Non ha una platea da
infiammare, è parte della platea, intreccia relazioni e,
se sbaglia, è fuori da ogni comunicazione.
Un educatore non ha un'
unica storia da raccontare, ma molte storie da
ascoltare, pretesti per riconoscersi, per affermare la
propria esistenza, il proprio diritto a chiedere, il
dovere di rispettare chi ha qualcosa da domandare.
Un educatore dà valore
a chi c'è stato prima di lui, non è onnipotente, non ha
l'esclusiva, non crede nelle semplificazioni, non teme
la complessità.
Non è un tifoso, non ha
una squadra da difendere, è un giocatore e il suo
massimo insegnamento è quello di giocare il suo ruolo
fino in fondo.
Non gareggia con chi
svolge il suo stesso compito, non sventola bandiere per
segnalare confini territoriali, non ha paura di chi ha
un' idea diversa dalla sua.
Un educatore non ha
paura delle idee, crede nelle parole quando respirano,
dà valore alle esperienze.
Un educatore non
compra, non vende, scambia e quello è il suo unico modo
per diventare ricco.
Nessun commento, solo una
condivisione convinta e consolata da parte mia.
pag.36 (pag 51)
formare un
G O V E R N O
Di cosa ha
bisogno l' Italia di oggi? Di chi soprattutto? Ha
bisogno di cittadini particolari o solo di cittadini? Il
suo "popolo" può dirigersi da solo? Si può oggi dare più
ascolto alle televisioni, ai giornali, alla propaganda
politica, alle chiese, ai singoli in ogni settore o ci
si può governare finalmente da sè, obbedendo solo a
irrinunciabili poche linee guida etiche, estetiche,
sociali, economiche, scientifiche, religiose? Che
governo di delegati potrebbe stare in parlamento e che
meccanismo di trasmissione dei voleri potrebbe
funzionare, almeno come proposta innovativa per un po'?
...e allora ecco
generarsi in tabella a caselle da riempire la mia
ammirata proposta per queste persone, oggi viventi e
domani riferimenti per nuove generazioni di FIGLI D'
ITALIA:
solo una precisazione il pezzo è stato scritto molto tempo prima: compare già nel disco "where extremes meet". Nell'ultima incisione ha eseguito un nuovo arrangiamento aggiungendo ladder (=scala) tra parentesi nel titolo. Conoscendo la vita di Flores saprete il perchè.